Montesilvano, Mon Amour: il CPS ai Nazionali Giovanili!
I Campionati Nazionali Giovanili ci hanno visto pienamente partecipi in questo 2015. Per i nostri colori poca quantità ma altissima qualità. Nell’under 8 il giovanissimo Federico Giammona, già Campione Provinciale 2015, e sicuramente uno dei talenti più interessanti dello scacchismo nostrano, e nell’under 16 Luca Varriale, senza mezzi termini il talento più limpido dello scacchismo siciliano odierno.
I risultati finali confermano quanto anticipato: il CPS si piazzerà al 2° posto fra le società siciliane, fra le prime in Italia in quanto a media punti/partecipanti, sicuramente un gran punto di partenza, dato che a fare numero (con grande impegno, metodo e perseveranza) sono bravi tutti, mentre per fare qualità ci vuole quel qualcosa in più.
Ma mi sono dilungato troppo con l’introduzione, vi lascio al meraviglioso report del nostro Franco Giammona, papà di Federico.
Ed eccoci, finalmente, a Montesilvano, alla ventottesima edizione del Campionato Italiano Giovanile di Scacchi!
La nostra Itaca degli ultimi mesi…
Eh si, da quando Federico ha realizzato di essere diventato forte, Montesilvano è stata, sempre di più col passare del tempo, la nostra meta ed il nostro obiettivo.
Dopo poco più di un mese dalla disputa del primo torneo, il 31 gennaio, il primo tassello è il Provinciale del 13 marzo, dove il nostro piccolo fa filotto: 7 su 7 e titolo vinto “a mani basse!”.
Poi c’è la mezza delusione del Regionale a tempo lungo di Messina, il 12 aprile, dove l’inesperienza butta il nostro Federico giù dal podio proprio all’ultima gara.
Le settimane successive sono tutte un crescendo, sotto l’impareggiabile guida del maestro Andrea (ma anche del maestro Mimmo e del quasi maestro Guido).
Molto importante è anche il clima di entusiasmo collettivo che si è creato attorno alla “banda dei quattro”, formata, oltre che da Federico, anche da Alice, Mario e Valerio, ormai inseparabili ed affiatati sia negli scacchi, che oltre gli scacchi…
Il culmine, in questa fase, si raggiunge il 14 giugno, quando, realizzando un altro splendido filotto, 5 su 5, Federico domina il torneo riservato a tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie della città di Palermo.
Prestazione onorata da foto ed articolo nientemeno che dal Giornale di Sicilia, con l’unica pecca data dal fatto che l’articolista, evidentemente a digiuno di competenza scacchistica, si “dimentica” di citare nel suo breve pezzo, grondante di lodi al Sindaco, intervenuto alla manifestazione, il nome del vincitore…
La settimana precedente, il 6 giugno, al Regionale rapid di Castellammare, invece, Federico aveva solo sfiorato il titolo, con 6 su 7 e cedendo solo sul filo di lana al già campione Regionale a tempo lungo, il fortissimo Marco Lo Piccolo, di Alcamo.
Ma con distanze accorciate di molto rispetto a due mesi prima: là 5,5 a 3,0, qua 6,5 a 6,0, segno di un’inequivicabile ed irresistibile rimonta.
A Montesilvano arriviamo placidamente il giorno avanti l’inizio del torneo, nel pomeriggio del 28 giugno, dopo aver trascorso uno splendido fine-settimana tra Napoli ed il Molise, portando insieme a noi il nostro amico Luca Varriale, 2164 di ELO, quindi fortissimo under 16 che, semplicemente, viene a questi Campionati Italiani per vincere il titolo.
Questo bravo ragazzo sorridente dall’aria gentile è il mito di Federico: come lui, il nostro piccolo, quando è davanti ad un altro ragazzo ed in mezzo a loro c’è una scacchiera colma di pezzi, si trasforma in un “coniglio mannaro”, che, quasi sempre, non lascia scampo all’avversario.
Qui a Montesilvano Luca ha davanti due maestri FIDE da 2400 e 2350, ma è tostissimo e ce la può fare.
Accredito presso il Palacongressi dove si svolgerà la manifestazione e sistemazione in quella che per una settimana sarà la nostra casa, un accogliente e funzionale monolocale che si trova in un palazzetto dalla facciata a scacchi (ma pensa te che coincidenza!), posto a poche centinaia di metri dal Palacongressi, li svolgiamo senza il minimo intoppo.
In serata andiamo al Teatro del Mare, alla presentazione della manifestazione.
Apprendiamo che da tutta Italia sono venuti più di ottocento ragazzi, un bel successo.
Tutto è molto bello, accogliente e ben organizzato dal maestro Francesco Lupo e dai suoi collaboratori.
Il torneo di Federico, l’under 8, comprende 47 partecipanti, tra i quali ci sono bambini già quotati con ELO che vanno oltre il classico 1440 dei principianti, come il milanese Andrea Rindone che ha già 1557 punti, o il sardo Francesco Cau, già un veterano molto noto nell’ambiente.
Ma non mancano parecchi ragazzi già presenti alla passata edizione dei Campionati di Tarvisio 2014, come il romagnolo Luca Savoretti, l’abruzzese Raul Di Canzio, il genovese Kevin Tusha, l’altro sardo Germano Mascia, il napoletano Antonio Cuccurullo, l’emiliano Matteo Ballotti, tutti ragazzi che, alla loro giovanissima età, sono già esperti e rodati, mentre Federico, solo sei mesi fa, manco aveva idea di cosa fosse un torneo di scacchi…
C’è pure Federico Virga, qui compagno di squadra di Federico, anche lui intenzionato a far bene.
Ma il nostro piccolo è bravo, preparato, e seguito, bene oltre ogni dire, dal suo maestro Andrea Amato, ha tutto il Circolo Palermitano Scacchi che tifa per lui, a partire dai suoi tre compagni di banda, ha due genitori che lo seguono e lo sostengono e pertanto è sereno e motivato.
“Non temere nessuno, ma non sottovalutare nessuno”, è il suo motto, ma qui, dato il campo dei partecipanti, vale più la prima parte del motto che la seconda…
Il primo turno è fissato per lunedì 29, alle ore quindici.
Federico è in tredicesima scacchiera, opposto al bolognese Karol Di Pasquale, uno dei ragazzi più quotati, occhialetti da intellettuale, aria di chi è sicuro di sé.
Mezz’ora, un’ora, un’ora ed un quarto ed ancora non escono dalla sala.
Per Federico, per indole e temperamento un furetto vulcanico, un tempo che equivale ad un’era geologica…
Mia moglie ed io veniamo travolti da infiniti pensieri contrastanti che ci prendono interamente e che vanno dall’orgoglio nel constatare che il nostro piccolo si sta battendo come un leoncino contro un avversario molto valido, allo stato d’ansia che ci prende considerando quanto, presumibilmente, stia faticando e soffrendo, alla speranza di vederlo schizzare fuori con quel sorriso sicuro e soddisfatto che ha quando vince, al timore, invece, di vederlo uscire, alla fine, sconfitto e deluso.
In questa occasione si verifica, purtroppo, quest’ultima ipotesi.
Alla fine, quando ormai sono quasi tutti i ragazzini under 8 e 10 sono andati via, dopo più di un’ora e mezza, Federico sbuca fuori, furente come una tigre, convinto di essersi distratto a causa della scrittura delle mosse.
Andrea, avvertito via whatsapp, immediatamente dispone che, dall’indomani, niente più mosse scritte, trovandoci completamente d’accordo.
E’ bello, però, pur nel dolore della sconfitta, percepire la vicinanza di chi ci vuol bene.
I messaggi di solidarietà di Andrea, Paolo, Massimiliano e di tutti i numerosi amici “feisbucchini” di mia moglie, ci sommergono di affetto…
La sera Andrea sta quasi un’ora al telefono con lui a ripassare la partita e ad elaborare strategie per l’indomani, ma, soprattutto, a consolarlo…
E Federico, che è persona molto molto sensibile, tutto questo lo percepisce e lo apprezza….
Fino in fondo.
Martedì 30, al mattino andiamo al mare, che dista cento metri dalla nostra casa.
Federico, spensierato e rilassato, sta per tutto il tempo a fare capriole, verticali, ribaltate esibendo tutto il suo repertorio di ginnasta provetto.
In sala, alle tre del pomeriggio, arriva duro, motivato e determinato.
Il suo avversario è un altro dei veterani, il già citato genovese Kevin Tusha, un tipino minuto, tutto pepe.
Speriamo bene, una seconda sconfitta consecutiva sarebbe una mazzata per il morale di Federico.
Le gare iniziano, puntualissime.
Ci mettiamo fuori e ci prepariamo a soffrire…
Ma Federico, questa volta ci grazia: dopo soli cinque minuti, mentre io ho appena iniziato a guardarmi abbinamenti e classifiche, viene fuori dalla sala come una scheggia, primo tra tutti gli ottocento e passa partecipanti e, con un sorriso furbo, mi spara: “Vinto!”.
– Ma come hai fatto? – gli domando, mentre lo faccio volare per aria.
– Facile, l’ho pressato, si è confuso, ha fatto doppia mossa irregolare ed è finita lì! – mi riassume, calmo e sereno, come se avesse solo bevuto un bicchier d’acqua…
Fantastico, quasi non credo ai miei occhi!
Rapiti ed entusiasti, prendiamo d’assalto e svaligiamo il Chess Bazar e poi ce ne ritorniamo al mare per tutto il pomeriggio, mentre piovono messaggi su messaggi di complimenti da tutte le parti…
La serata Federico la trascorre ancora una volta con Andrea, a ripassare la scandinava, che non è, come si potrebbe pensare, una sventola bionda, ma una strategia scacchistica.
Misteri, per le persone normali…
Notiamo, con grande piacere, che nel frattempo Michel, sulla pagina Facebook del circolo, ha pubblicato una bella foto-notizia: si vedono Luca, sereno e sorridente come sempre e Federico che si produce in una spettacolare capriola, mentre il commento recita: “Clean Sheet. 2 su 2 oggi a Montesilvano!”.
Telegrafico ed efficace.
Mercoledì 1 luglio, levataccia.
Il turno è fissato, infatti, per le nove.
A Federico tocca il romano Giovanni Vismara, un bambino dall’aria mite.
Alla chiusura delle porte, accompagno alla macchina mia moglie che si reca un attimo a casa per una piccola commissione.
Faccio appena in tempo a girarmi per tornare e vedo, abbandonato ad un pianto dirotto, il povero Vismara, vanamente consolato dalla madre…
Saranno, si e no, le nove e tre minuti…
Mi precipito dentro e vedo mio figlio, scoppiettante di gioia, mano nella mano col padre di Federico Virga, Gian Piero, il quale, trovandosi là, ci ha pensato lui al nostro piccolo, in nostra assenza!
– Gli ho fatto un matto strepitoso, papà, un attacco bellissimo ed imparabile! – mi dice entusiasta.
E mi racconta, mossa dopo mossa, tutta la velocissima partita, con me che faccio finta di seguirlo (in realtà mi perdo dalla seconda mossa).
Altra svaligiata del Chess Bazar (ma quantu mi stannu custannu sti vittorie?) e poi, velocemente, di nuovo al mare!
E mentre stiamo, placidamente, al sole, non posso fare a meno di far notare a mio figlio che era inevitabile che si mangiasse il suo avversario, dato il fatto che a lui piace tanto il salame e quello si chiama Vismara!
E giù risate…
Nel pomeriggio ci tocca un osso molto duro Raul Di Canzio, che gioca pure in casa, essendo di Teramo.
E’ un tonnetto di oltre quaranta chili.
Sembra uno di quegli americanini da telefilm che vivono dentro un fast-food.
E’ esperto e smaliziato.
E lo dimostra subito, poiché riferisce a Federico, mentendo, di essere il campione italiano in carica.
E riesce nel suo scopo, poiché il mio povero piccolo ci crede, si mette in soggezione e gioca al di sotto delle sue possibilità.
La partita dura abbastanza, anche se non tantissimo.
Dopo circa mezz’ora, vedo il tonnetto uscire trionfante e proclamare sorridente ad un tonno molto più grosso di lui che l’aspetta fuori: – Ha abbandonato! –
Nel frattempo esce anche il mio piccolo, non proprio contento, ma sereno rispetto alle altre volte in cui ha perso, che mi comunica: – E’ stato più forte, mi ha schiacciato, ma io non ho giocato bene! –
E mi riferisce della micidiale mossa psicologica messa in atto ai suoi danni.
A scacchi si vince o si impara: oggi ne abbiamo imparata un’altra.
Concordiamo che se ricapita una prossima volta che qualcuno si gonfi e si vanti per metterlo in soggezione, lui gli riferirà, calmo e sereno, che ha battuto Caruana in una simultanea e se quello gli risponderà che lui è un pallonaro, lui gli replicherà: – Perché tu che cosa sei? –
Federico si sfoga e si rilassa per tutto il pomeriggio sul prato antistante il Palacongressi con due bambini dell’organizzatissima squadra sarda, Enrico e Dario, che, come lui, sono anche degli atleti, oltre che degli scacchisti.
E’ tranquillo e sereno, come mai prima d’ora, dopo una sconfitta.
Buon segno, vuol dire che sta crescendo.
Velocemente.
Nel tardo pomeriggio, bellissima telefonata al Circolo, dove sono presenti i suoi compagni, Alice, Mario e Valerio oltre, naturalmente ai maestri Andrea, Mimmo e Guido e tutti lo sommergono di lodi e di incoraggiamenti…
E la sera, dato che l’indomani c’è un solo turno pomeridiano, Luna Park!
La mattinata del 2 la trascorriamo tranquillamente, al mare.
Considero che due su quattro è già un bel risultato.
Si, i ripetuti successi nei tornei sotto casa ci avevano riempiti di entusiasmo ed indotti a venire a Montesilvano.
Dove però, realisticamente, pensavamo che Federico sarebbe stato poco più che un vaso di coccio tra vasi di ferro e che, di fronte a bambini che da parecchi anni disputano tornei ad alto livello, non avrebbe avuto scampo.
E che a Montesilvano è durissima per tutti, lo provano anche altre constatazioni.
Ad esempio, tra gli under 10, atleti come Ruben Coffaro o Alessio Musso, che in ambito regionale dettano legge (Coffaro, ad esempio al Regionale rapid di Castellammare ha fatto uno spettacolare 9 su 9), qua arrancano con fatica.
Il povero Ruben, ad esempio, è ad appena un punto dopo tre partite.
Anche l’under 14 Paolo Gagliardotto, che pure sta disputando un torneo eccellente, fatica a trovare un posto tra le prime venti scacchiere…
Non proprio di altissimo livello sono, invece, i tornei femminili.
Dall’esame e dal raffronto delle prestazioni di alcune atlete a noi note, siamo del parere che chi sta dominando il suo torneo femminile, se schierata nel corrispondente torneo maschile, rimedierebbe al massimo un paio di punti, di cui uno con Bye.
Per cui cresce il nostro rammarico nel non vedere schierata a Montesilvano, tra le under 10, la nostra Alice Romano, la quale in ambito regionale surclassa qualunque altra ragazzina della sua categoria, batte regolarmente la maggior parte dei maschietti di pari età.
Per cui riteniamo che, sfruttando al meglio le sue doti migliori, carattere, grinta e voglia di vincere, qui a Montesilvano, Alice sarebbe stata in grado di lottare per un piazzamento di assoluto prestigio.
L’unico tra i ragazzi che ricopre una posizione di vertice è Luca Varriale, che, con un fantastico 4 su 4, tiene, baldanzoso, il passo dei celebrati FM da 2400 punti.
Anche Federico Virga sta andando molto bene: 3 punti dopo 4 partite lo pongono a ridosso dei primi.
Il quinto turno, nel pomeriggio del 2, vede Federico opposto, in quindicesima scacchiera, ad un altro dei veterani, il modenese Matteo Ballotti, che però non sta rendendo secondo i suoi standard.
Il ragazzino, munito di occhialini alla Harry Potter (come tanti a Montesilvano), è un tipo schivo e chiuso.
Lo è anche in partita.
Al punto che, dopo pochissimo tempo, al massimo un quarto d’ora, entrambi i contendenti si ritrovano avviluppati in un gioco asfittico e privo di possibili sviluppi.
Sono entrambi estremamente stanchi e, con molta facilità, si accordano per la patta.
Federico esce sereno e, tutto sommato, contento per il mezzo punto che muove la classifica e, soprattutto, ansioso di andarsi a divertire fuori con i suoi nuovi amici Enrico e Dario (sempri un picciriddu, è).
Per gli altri è molto più dura.
Luca, opposto al FM Lorenzo Lodici che lo sovrasta di più di 150 punti, è impegnato strenuamente sin quasi a sera ed alla fine consegue una sudatissima patta, che però lo lascia completamente sfiancato.
Peggio ancora va a Federico Virga, che, opposto in quarta scacchiera al quotatissimo bresciano Gabriel Urbani, uno che è venuto qua per vincere, si impegna allo spasimo per più di due ore, ed alla fine esce distrutto e sconfitto.
Noi, la sera, il nostro piccolo lo mandiamo a letto prestissimo, perché l’indomani sarà molto dura, due turni che si preannunciano terribili.
Con 2,5 su 5, Federico è nella parte medio-bassa del tabellone, ventisettesimo ed in quattordicesima scacchiera, opposto all’abruzzese Luciano D’Ambrosio, un ragazzino simpatico dall’aria quieta, che di punti ne ha solo 2.
La partita per lui è molto dura, non tanto per l’avversario, che è abbordabile, quanto per la fatica, che ormai, come accade a tanti, lo sovrasta.
– Vincere è bello, ma non perdere è, se possibile, meglio – avrà pensato Federico durante lo svolgimento della partita.
Per cui, con mossa che si rivelerà abilissima, chiede subito la patta al suo avversario, che non se lo fa ripetere manco mezza volta.
Dopo meno di mezz’ora di gara, si ritrova con un bel 3 su 6 nel carniere, a rilassarsi con i suoi amici sul prato, appresso ad un pallone.
Pallone che, però, finisce miseramente in mezzo ad una ingarbugliatissima troffa di palme nane senza poter essere più recuperato…
A seguire, sin oltre mezzogiorno, gioca a “scacchi progressivi” (ma per puro divertimento, senza affaticarsi), e ad ammucciareddu…
A quell’ora, più o meno, esce Luca Varriale, stravolto e, questa volta, sconfitto.
Peccato, dopo il capolavoro del giorno prima, non ci voleva.
Là aveva giocato secondo il motto “primo non prenderle” ed aveva avuto successo, qui ha giocato per vincere e non è andata per niente bene.
Ancora più stravolto e pure lui sconfitto, esce, più o meno a quell’ora, Federico Virga, che è andato a sbattere contro il “tonnetto” Di Canzio, il quale, comunque, si sta rivelando un ottimo giocatore.
A casa, noi svolgiamo tutto serenamente, senza fretta, né ansia, ed alle quindici siamo di nuovo in sala di gioco.
Federico, stavolta, è bello “pimpo”.
Tenta, inutilmente, un approccio umano col suo altezzoso rivale, il bolognese Tommaso Roversi, il quale ci tiene a precisare che lui, le patte, non le fa.
Ed infatti, attacca.
Ma una “forchetta” gli finisce talmente male che perde la regina.
Ed a quel punto, Federico, paziente come un ragno, si produce in un’infinita serie di cambi che al termine lasciano, in poco più di mezz’ora, il suo avversario con il povero re protetto solo da due teneri pedoncini, mentre lui lo minaccia con re, regina ed una catena di pedoni prossimi alla promozione.
A quel punto Tommaso, constatato concretamente (come il suo celebre omonimo di duemila anni fa) di che pasta è fatto Federico, chiede timidamente: – Patta? –
– Troppo tardi, bello mio – gli fa sornione Federico – ed a proposito, matto! –.
Siamo a 4 su 7, e, rispetto al giorno prima, dieci posizioni avanti, fantastico!
Stavolta andiamo via quasi subito, ho da andare a trovare il mio vecchio professore di liceo che, dalla Sicilia, si è trasferito da queste parti…
Nell’uscire incontriamo il rubicondo Di Canzio che si sta sbranando, felice, una pizzetta grande quanto un disco a 33 giri…
Dal sito apprendiamo, con tanto dispiacere, che la posizione quasi dominante di Luca contro il maestro Valerio Carnicelli, a causa di un attacco troppo garibaldino si è trasformata in una cocentissima sconfitta che lo scaraventa lontanissimo dal podio e che la via crucis di Federico Virga continua: un’ora e passa di battaglia per rimediare una patta che fino all’ultimo sembrava una vittoria ma che, comunque, muove la classifica anche per lui.
A sera, su www.scacchirandagi.com, troviamo il nostro piccolo nella parte nobile del tabellone, in settima scacchiera, opposto al delusissimo cagliaritano Germano Mascia.
Eh si, perché il piccolo sardo era venuto qua, insieme al suo compagnetto Francesco Cau per dominare il torneo.
Ed ha cominciato bene: 4 su 4 nelle prime partite.
Poi, però le cose hanno iniziato ad andar male.
Tre sconfitte di fila lo hanno fatto precipitare in classifica ed adesso è opposto al mio piccolo Federico che è emerso, caparbiamente, dalle retrovie.
L’esperienza e la maggior abitudine ai tornei ad alto livello, giocano a favore del sardo.
Ma lo stato d’animo, no.
Lui è abbacchiato e timorosissimo di una nuova sconfitta che lo farebbe precipitare dove mai avrebbe pensato di trovarsi, mentre Federico è esaltato dalla sua grande rimonta e, soprattutto, dalla spettacolare giornata precedente, in cui ha gareggiato con la padronanza e la capacità di discernimento di un campione.
Andrea, in una lunga telefonata, lo carica ben bene e gli raccomanda caldamente di non giocare per la patta, ma per vincere.
Il clima, in scacchiera, ad un passo dal “bianco in moto” è teso.
Il piccolo Mascia è terrorizzato dall’idea di perdere ancora, mentre Federico, dal canto suo, è intimorito dal blasone dell’avversario.
Il quale, opportunamente istruito dalla pletora di allenatori che lo circondano, questo blasone ci tiene ad esibirlo.
– Tu ci hai gareggiato in prima scacchiera? Io si! – sibila al mio piccolo, non appena se lo trova a tiro.
Ma anche Federico ha, sul punto, delle belle carte da giocare e gli replica:
– Ma tu, nelle ultime tre partite, che risultati hai fatto? Io una vittoria e due patte! –
– Le ho perse tutte e tre, avevo avversari forti… – risponde, mesto, il piccolo scacchista sardo.
Patta, almeno sul piano delle comunicazioni subliminali…
Federico conquista una momentanea superiorità sull’avversario che però non ritiene in grado di mantenere e comincia a temere di perdere.
Dimostrando, ancora una volta, un acume tattico incredibile, approfitta proprio di quel passeggero momento favorevole per proporre al suo avversario la patta.
Quello quasi non ci crede che almeno questa volta non perderà ed accetta all’istante.
Con la patta Federico mantiene la diciassettesima posizione in una classifica un po’ più lunga del giorno avanti.
Il mio piccolo pare sereno, ma poi, dopo che ha fatto quattro conti, realizza che, anche vincendo l’ultima gara, un posto tra i primi dieci è ormai difficile da raggiungere.
E questa constatazione, unita alla considerazione che, forse, la superiorità, al pari del giorno prima, avrebbe potuto tenerla, lo fa inalberare ed infuriare, per cui comincia a darsi dello scemo per non avere provato fino in fondo a vincere.
Mi compiaccio nel constatare che la sua tensione agonistica è intatta, anzi cresce a vista d’occhio e che in Federico si manifestano, sempre più evidenti, i segni dell’atleta con la mentalità vincente: acume tattico, voglia di far sempre meglio, senso di insoddisfazione se non viene centrato il bersaglio pieno.
Tutto molto molto promettente…
Federico Virga, nel frattempo, centra una salutare vittoria e si porta anche lui a 4,5.
Luca, per fortuna, riprende il suo ruolino di marcia vincente e risale dalla ventunesima alla nona posizione: il podio è ormai irrimediabilmente lontano, ma la quinta posizione dell’anno precedente si può ancora replicare.
L’ultimo abbinamento di Federico è, come previsto, piuttosto vantaggioso: fuori portata, infatti, i primi dieci, i quali partono da 5 punti, Federico non può essere abbinato con nessuno di quelli della sua fascia, poiché o li ha già incontrati o hanno il suo stesso colore.
Per cui gli toccherà per forza uno dei vincenti dell’ultimo turno col bianco che partiva da 3,5.
L’unico che si trova in questa condizione alla fine è il romano Gabriele De Luca, che i suoi 4,5 punti, in effetti, li ha, ma li ha rimediati, in buona parte, contro i frequentatori di Bye, l’avversario preferito da tutti gli scacchisti scarsi…
Pertanto è ampiamente alla portata di Federico.
L’altro Federico, invece, è opposto al noto Germano Mascia, che, pertanto, anche questa volta, avrà pane per i suoi denti.
Così, all’ultimo turno, i due Federichi, per la seconda volta, si trovano fianco a fianco, stavolta in ottava e nona scacchiera.
Si sono sfiorati per tutto il torneo, senza incontrarsi mai.
Forse è meglio così, la loro rivalità la sentono molto e non sarebbe stato proprio il caso di aggiungere ulteriore tensione ad una situazione nella quale i nervi di tutti sono stati messi a dura prova…
Ed eccoci all’ultimo turno.
L’ultima sofferenza.
Federico è uno dei pochissimi ad essere sereno e rilassato.
Mia moglie ed io, insieme a molti giocatori ed a quasi tutti gli altri genitori ed accompagnatori, siamo, invece, al limite della nostra resistenza.
Il giorno avanti avevo notato una famiglia quasi al completo, abbandonata sulle sedie della sala d’attesa e raggomitolata su sé stessa, quasi a formare un drammatico gruppo statuario.
Parafrasando il titolo di un celebre film di Visconti, mi sono rivolto a loro definendoli come un “Gruppo di famiglia in un inferno” e suscitando la loro sofferente ilarità…
L’avversario di Federico, il piccolo Gabriele mi appare cotto, liquefatto dalla lunga maratona.
Quando do l’ultimo batticinque al mio puffo, so già che vincerà.
Ma l’attesa è lunga e dura.
Dopo tre quarti d’ora ancora stanno dentro.
Mia moglie, che di scacchi non è che ne capisca tantissimo, ma che in questi giorni si è molto immedesimata nel suo ruolo di trainer-psicologa-stratega, proclama: – Sta giocando per vincere e sta meditando bene. Se fosse stata patta a quest’ora sarebbe già uscito da parecchio! –
Ci prende in pieno!
Cinque minuti dopo escono.
Federico ha l’aria sicura e trionfante!
– Vinto! – mi spara felice, mentre si lancia tra le nostre braccia.
Spettacolare, 5,5 su 9 e posizione a ridosso delle prime dieci: alla vigilia un risultato impensabile!
E poi, soprattutto, una crescita come scacchista e come persona, in questi giorni, veramente incredibile!
Inviamo subito l’ultimo whatsapp al nostro gruppo Corso CPS, ottenendo immediatamente in risposta i sinceri ed affettuosi complimenti dell’amato maestro Amato e dei gruppi Romano e Venturella che sentiamo “compartecipare” veramente alla nostra gioia.
Federico è, semplicemente, entusiasta.
Per Federico Virga, invece, purtroppo nell’ultimo turno marca male.
Il sardo Mascia, infatti, ritorna sui suoi standard di rendimento, gioca anche parecchio di furbizia e di esperienza e per l’ancora poco smaliziato scacchista monrealese non c’è nulla da fare. Peccato…
Luca, dal canto suo, macina senza pietà il suo ultimo, malcapitato avversario e risale in graduatoria sino al quinto posto, lo stesso dell’anno scorso, ma non era questo, in verità, il suo obiettivo: ha avuto solo qualche piccola distrazione ed il podio, già quasi conseguito, è sfumato via…
Peccato davvero, ma siamo sicuri che presto diventerà FM e che lo attende una luminosissima carriera di scacchista tra i senior.
Dopo lunga e sofferta attesa apprendiamo la posizione finale di Federico, ricavata dai noti “misteri dolorosi” del bucholz.
E’ un bellissimo, esaltante tredicesimo posto, che riempie tutti noi di orgoglio e ci rende felici.
Come ci rende felici ed orgogliosi la foto postata sulla pagina Facebook del Circolo da Michel, che ritrae Luca e Federico, abbracciati dall’addetto all’organizzazione-tifoso infiltrato Francesco Alaimo, recante la didascalia: “I nostri campioni!”.
Solo qualche piccolo rammarico nel constatare che Federico qui a Montesilvano ha iniziato molto molto timidamente e solo via via che il torneo è andato avanti ha acquisito sicurezza e padronanza.
Prova ne sia che dal quinto turno in poi, eguagliato in questo solo dal milanese Rindone, 3N da 1557 punti e secondo nella classifica finale dietro il sardo Francesco Cau, Federico non ha più perso una gara.
Ed in tal modo è risalito dalla ventisettesima alla tredicesima posizione, distante dalla terza, appannaggio del napoletano Giovanni Boccia, solo un misero punticino…
Se fosse partito in modo così spettacolare sin dall’inizio…
Ma, nello scrivere questo auspicio, mi rendo conto che, in realtà, esso non era possibile si realizzasse: Federico, al contrario dei più forti dei suoi avversari, a questi livelli non aveva la minima esperienza ed è stato, anzi, bravissimo a crearsela velocissimamente, in qualche modo, in soli quattro incontri!
A questo punto, affermare che i suoi margini di miglioramento sono amplissimi, mi sembra pienamente legittimo.
Grazie ancora, con tutto il cuore, in primo luogo al maestro Andrea ed a tutti coloro (e sono tanti) che con i loro post, sms, mipiace, whatsapp hanno sostenuto Federico e lo hanno fatto sentire amato: il loro contributo, ai fini del risultato, è stato fondamentale!!!
E per finire, arrivederci a tutti alla prossima edizione dei Campionati Italiani Giovanili di Scacchi: stavolta per vincere!