Il M Gueci fa incetta di medaglie ai XX Mind Sports Olympiad di Londra!
Si è da poco conclusa la 20esima edizione delle olimpiadi degli sport della mente di Londra, che anche quest’anno ha visto un’eccezionale rappresentanza del nostro Maestro Riccardo Gueci, che come sempre si è distinto sia a livello scacchistico che non. Bando alle ciance vi lasciamo al report del maestro:
“A Londra ogni anno si svolgono le Olimpiadi degli Sport della Mente. Da venti anni.
Sul concetto di ‘Sport della Mente’ ovviamente si può discutere a lungo, ma se anche il CONI li ha ormai consacrati con questa definizione quando si parla di Scacchi, Dama e Bridge e il CIO ogni 2 anni a Pechino li fa svolgere con questo nome insieme al GO e allo Xiangqi (gli Scacchi cinesi), beh non è il caso di tornarci sù ancora.
Infine anche sulla definizione di Olimpiadi c’è da dire che l’organizzatore, un intraprendente inglese di nome Etan Ifeld, ha pure vinto un’importante causa proprio col CIO sull’utilizzo del termine. Quindi…
Una differenza sostanziale però con qualsiasi altra Olimpiade c’è: qui a Londra non partecipano professionisti, ossia top player delle varie discipline, ma nello spirito iniziale proprio delle Olimpiadi, quelle importanti, solo ‘dilettanti’, appassionati, seppure molto bravi, ma soprattutto giocatori versatili in più discipline. E’ il Pentamind infatti il trofeo più ambito (chi fa i migliori 5 risultati), naturalmente con un meccanismo particolare che tiene conto del tipo di gara, la durata e il numero dei partecipanti.
77 i tornei diversi in programma quest’anno (variano un po’ ogni volta) nei 9 giorni di gara, e oltre 1500 le partecipazioni complessive da ogni parte del mondo. Naturalmente svolgendosi sempre a Londra la maggior parte dei giocatori sono inglesi, ma sono molto forti estoni, cinesi, coreani, sud-africani, spagnoli e anche qualche italiano, e si battono ogni anno tutti come leoni.
Il nostro capitano, leader della spedizione azzurra, sempre presente fin dalla prima edizione è il veneziano Dario De Toffoli, già vincitore del Pentamind assoluto, terzo nel medagliere di tutti i tempi e autore di diversi libri su tanti giochi. Insieme a lui c’è però da citare il ferrarese Daniele Ferri che è sempre stato un ottimo ‘portatore di medaglie’.
Beh da quest’anno anch’io!
In verità già dal 2010 (prima mia partecipazione) qualche medaglietta la portai (2 bronzi: Exchange Chess e Poker-Omaha), poi nel 2011 (1 Oro nel Poker-Pineapple e 1 Argento nell’Othello), assenti nel 2012 ripresi nel 2013 (1 Argento nell’Exchange Chess e 1 Bronzo nell’Othello), poi nel 2014 (1 Oro nel Mastermind, 1 Argento nell’Othello e 1 Bronzo nel Poker-Texas Hold’em heads up) e ancora nel 2015 (1 Argento nel Poker-Texas Hold’em heads up e 2 Bronzi nel Bridge e nell’Exchange Chess).
Infine quest’anno:
3 Ori, nell’Othello, nel Poker 7 Cards Stud e nello Stratego.
1 Argento nel Bridge.
1 Bronzo nel Kamisado.
Inoltre a soli 2 punti da Dario De Toffoli sono giunto secondo nel Pentamind Senior (ottavo nel Pentamind assoluto) e quinto, ancora dietro Dario, nel Campionato del mondo amatoriale di Poker.
Insomma un bottino davvero straordinario, specie per le aspettative personali della vigilia.
L’Oro nell’Othello è stato il più prestigioso visto che ho vinto tutte le partite e nell’ultimo turno ho pure battuto il campione uscente, inglese, che viene di proposito solo per giocare tale disciplina. Il numero cospicuo di giocatori però non è riuscito ad impedire che arrivassi ex aequo con un altro inglese a punteggio pieno (che avevo battuto l’altro anno però) e quindi piuttosto che discutibili spareggi tecnici, visto che non c’eravamo incontrati, Oro ad entrambi. Molto divertente poi l’Oro nello Stratego, un molto semplice gioco che aveva però la complicazione di dover fare tutta la partita in 2’ più 3” di incremento. Qui il numero più elevato di turni (7) mi ha permesso di vincere solitario un turno prima. Poi piacevole ovviamente l’Oro nel Poker 7 Cards Stud, dove ovviamente l’abilità deve pur essere accompagnata dalle carte giuste al momento giusto.
Nel Bridge l’Argento invece mi sta stretto. Sebbene il compagno (un simpatico indiano) non fosse certo un campione (eufemismo) eravamo giunti secondi nella prima sessione con il 70% dei punti ma dietro chi aveva fatto un incredibile 77%. Non è bastato quindi vincere la seconda sessione col 60% visto che i ‘nemici’ hanno fatto il 55%. Pazienza, contento lo stesso.
Infine felice per il Bronzo nel Kamisado (un gran bel gioco di strategia e grande calcolo), visto che era la prima volta che mi cimentavo in un torneo, solo battuto da due specialisti del gioco, l’estone Andreas Kuusk che ha poi vinto il Pentamind assoluto e l’inglese David Pierce, il numero 1 di tutti i tempi.
Questi i successi. Ma il divertimento, vi assicuro, è anche cimentarsi in discipline nelle quali non si riesce a vincere, ma appassionano ugualmente tanto.
E quindi naturalmente non ho disertato gli Scacchi: Il primo giorno un Chess-960 rapid (25’) mi ha visto ben figurare con un lusinghiero quinto posto su oltre 30 partecipanti, anche se l’amaro in bocca mi è rimasto per aver buttato una patta col GM ungherese Thomas Fodor giunto poi secondo dietro il GM russo Alexander Chernaiev e aver visto arrivare terzo, ex aequo con uno spagnolo, un inglese che avevo battuto. Il secondo giorno invece nel più duro Rapid (25’) classico, pur combattendo con molta grinta, anche stavolta il GM Fodor (che stavolta avrebbe vinto il torneo), quando ero 3 su 4, faceva svanire i miei sogni e complice un successivo FM inglese, mi ha fatto terminare a metà classifica. Esausto ho invece disertato la prima sera il blitz (onestamente troppo forte per avere chance) e l’indomani sera l’Exchange Chess (la nostra Quadriglia) per essermi toccato un compagno troppo debole per essere competitivo.
Altri 10 tornei ho poi fatto con alterne fortune. In alcuni sono andato molto vicino alla medaglia come in un paio di Poker, il 5 Cards Draw (4°) e il London Lowball (6°), senza troppa gloria in altri come nel Mensa Connections (conosciuto in Italia come Geniale), e negli altri poker (Texas Hold’em, Omaha e Pineapple) e decisamente male in 2 tornei di Backgammon ai 7 e agli 11 punti (dove chiaramente avevo litigato con i dadi), a GO (19×19) dove troppo più forti erano gli oltre 20 partecipanti (il più debole che ho incontrato era 1° Dan) e infine assolutamente deludente per me il Mastermind dove ho beccato il mio unico pomeriggio di ‘rinco’ (ho perfino sbagliato a dare una risposta).
Contemporaneità d’orario mi hanno poi fatto disertare alcune gare che mi sarebbe piaciuto fare e che altri anni alcuni ho fatto, come l’Oware (gioco antico di origini africane conosciuto anche come Mancala o Awalè), il poker Heads up Texas Hold’em, il Twixt (gioco complesso ma affascinante), l’Entropy (molto interessante), il Quoridor (divertente e non facile), il Gomoku e il Boku (giochi simili e complessi), Continuo, Triolet e Rummikub (giochi in un certo senso simili e che implicano parecchio calcolo), infine Blokus e Domino (i più semplici ma non così scontati).
Insomma un’esperienza per un appassionato di giochi come me che ogni anno che passa diventa crescente, ma che invito tutti a sperimentare, perché al di là delle proprie conoscenze in più giochi, è un occasione unica per conoscere gente davvero in gamba, eclettica, se non addirittura geniale. Un esempio su tutti l’inglese Demis Hassabis, già vincitore in passato di ben 5 Pentamind assoluti, ma con un successo professionale personale (è un neuroscienziato) tale da farlo risultare un paio d’anni fa al terzo posto nella speciale classifica dei londinesi più influenti dell’anno, prima di David Cameron per dire (vi invito a cercarlo su Google e resterete stupiti).
Riccardo Gueci“
GRANDE RICCARDO !!!